Riccardo

Una passione, quella per i rally, ereditata da papà Giancarlo.

La passione per i rally è stata ereditata da mio padre Giancarlo, impegnato dagli anni sessanta in poi, prima con una Fiat 128 Coupé preparata da Ceccato e poi con una Fiat 124 Abarth.

Gli ultimi anni si era dedicato alle cronoscalate, correndo con un’Alfa Romeo Giulia GTA 1300 Junior.

Sono cresciuto con i rally nel sangue.

Da bimbo non mi piaceva andare a giocare con gli altri ma mi divertivo a passare i pomeriggi in un’officina meccanica del posto, quella che preparava le Alfa di mio padre.

 

Che angoscia attendere l’arrivo deila maggiore età.

Ricordo, come se fosse oggi, l’infinita attesa per poter arrivare ai diciotto anni, l’età che mi permetteva di staccare la patente e di iniziare a correre.

La prima gara fu una salita, l’Alpe del Nevegal, ma il debutto nei rally arrivò al Garda, assieme a Mauro Braito come navigatore, su una Peugeot 205 Rallye di gruppo N.

Se non ricordo male eravamo in una trentina al via e temevo di essere raggiunto dai concorrenti che mi seguivano.

Alla fine fui io a raggiungere chi mi precedeva, arrivando quarto di classe, a otto decimi dal vincitore.

 

A diciotto anni a raccogliere mele per poter comprare rollbar ed estinzione.

I primi rally furono un susseguirsi di uscite di strada e, quando non studiavo, passavo il tempo a girovagare tra le varie demolizioni, alla ricerca di pezzi di ricambio per la mia auto da rally.

Dopo qualche anno con la 205 mio padre comprrò una Opel Corsa GSI gruppo A ed iniziai a correre con quella.

 

Una grande passione che rimane viva ogni giorno.

Ho sempre considerato i rally come una mia grande passione e come tale doveva rimanere.

Non ho mai avuto velleità di alcun tipo, avendo ben presente quale fosse il mio dovere principale è così è tutt’ora.